“Riforma Ippica” – Ad oggi solo ombre, nessuna luce
Sul tema riforma ippica ci sono ad oggi solo ombre, nessuna luce.
Il Sottosegretario L’Abbate è una delle pochissime persone che si sta dando da fare. Questo di per sè è encomiabile, ma se scendiamo nel dettaglio della sua proposta, non possiamo non affermare che la stessa non sia soddisfacente.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una totale disorganizzazione comunicativa. L’8 ottobre 2020 si è tenuta “una riunione di confronto e di approfondimento sulle possibili azioni da attivare per il rilancio del settore” presso il Mipaaf. In primis sottolineo un aspetto sostanziale. Tale incontro, che doveva avere una natura di confronto e di approfondimento è stato, in realtà, una riunione informativa avente ad oggetto la riforma del settore ippico. Quanto presentato dal sottosegretario alle Politiche agricole con delega all’ippica, Giuseppe L’Abbate, non lascia spazio a modifiche o integrazioni (sue testuali parole). Dopo circa 2 ore di riunione, dopo aver ricevuto i complimenti da tutti i partecipanti per i temi proposti, ha chiarito che la veste della nuova agenzia che dovrà gestire l’ippica sarà quella di una Federazione del Coni. Durante la presentazione aveva detto che “il pericolo CONI” era scongiurato. Sembrava di essere sul programma televisivo “Scherzi a parte”. Dopo l’evidente sconcerto dei presenti, l’Onorevole ha rassicurato la platea che dopo pochi giorni avrebbe divulgato la bozza della riforma. Ad oggi, nessuna bozza è stata presentata. Tale condizione non può non che essere rischiosa. Avere 2 Ministeri a cui far riferimento potrebbe creare una maggiore confusione. L’ippica è un settore agricolo che ha come ultima finalità la manifestazione sportiva, ma non può e non deve essere considerato uno sport come un altro. Basterebbe riprodurre la struttura di questo sport adottata in Francia per allineare anche l’italia ad una corretta gestione. Negli anni abbiamo assistito ad un continuo taglio delle nostre risorse nei vari passaggi tra UNIRE – ASSI – Ministero. Temiamo che questo possa capitare di nuovo.
Tutte le paure del settore sono legate alla possibilità di vedersi ridurre le risorse complessive destinate al montepremi. Il settore non sarebbe pronto ad accettare nessuna, seppur piccolissima, nuova riduzione.
Cosa propone ANAG?
Lo sintetizziamo di seguito:
- Mantenere come ente di riferimento il MIPAAF;
- Creare un’Agenzia Tecnica di Riferimentoal quale demandare tutte le funzioni:
-
- organizzazione dei calendari;
- gestione operativa;
- tesseramento categorie professionali;
- formazione e aggiornamento operatori ippici professionali;
- modifica e gestione dei regolamenti tecnici;
- vigilanza sulle corse;
- allocazione virtuosa delle risorse agli ippodromi che meglio gestiranno e cureranno gli impianti. Sarà necessario di conseguenza impostare un meccanismo di controllo sullo stato degli impianti degli ippodromi e dei centri di allenamento;
-
- Garantire misure di tutela, previdenziali e assistenziali dei lavoratori ippici;
- Pagamento dei premi vinto entro i 30 giorni successivi alla data della corsa;
- Ristrutturare le categorie degli operatori ippici in uniche “associazioni riconosciute”;
- Defiscalizzare la scommessa ippica con conseguente aumento del montepremi;
- Pianificare una ristrutturazione di tutti gli ippodromi e dei centri di allenamento;
- Maggiore trasparenza in termini di anti doping;
- Ristrutturazione della scommessa ippica;
- Affidare ad una agenzia tutta la comunicazione e l’organizzazione dei grandi eventi;
- Imporre la visione degli eventi ippici di maggior rilievo nelle reti nazionali come la RAI;
- Redistribuire a montepremi i diritti televisivi delle corse ippiche.
L’auspicio è che si faccia realmente una riforma ippica che abbia come unico scopo il rilancio del settore e non l’ennesimo “passaggio di consegne del problema ippico per l’incapacità gestionale“.
La condizione in cui l’ippica si trova non è più accettabile.
Il Presidente
Dott. Ottavio Di Paolo